L’articolo “Costretti alle dimissioni. Rivolta nei Municipi per il blocco degli stipendi”, pubblicato recentemente sul Corriere della Sera, mette in luce una crisi profonda nei municipi di Milano, aggravata da problemi paralleli che affliggono anche l’ente della Città Metropolitana. I consiglieri di tutti i partiti hanno unito le loro voci in una lettera al Comune per lamentare un blocco degli stipendi causato da una legge elettorale recentemente introdotta e una mobilitazione sindacale che ha paralizzato gli straordinari. Questi problemi minacciano di costringere a dimissioni di massa che potrebbero portare a nuove elezioni, uno scenario inaccettabile in una città che si pone come leader globale e innovatore amministrativo.
Mi trovo costretto a riflettere amaramente su quanto il centralismo del Comune di Milano abbia fallito nel suo compito di supportare adeguatamente i municipi, così come l’intera struttura della Città Metropolitana: entrambi dovrebbero essere i più vicini e accessibili ai cittadini. Non stiamo solo parlando di un pasticcio normativo, ma di un vero e proprio tradimento delle promesse di decentramento. È incredibile che una città di rango mondiale come Milano e la sua metropoli possano trovarsi così impantanate in queste sabbie mobili burocratiche che non solo rallentano, ma paralizzano l’azione dei municipi e dell’amministrazione metropolitana.
In un momento in cui il Comune e la Città Metropolitana dovrebbero agire con decisione e chiarezza per risolvere il blocco degli stipendi che affligge i consigli municipali, si assiste invece a una inerzia preoccupante. Che dire poi della mobilitazione sindacale che blocca gli straordinari? È il sintomo di una malattia più grave, quella di un centralismo che non solo non ascolta, ma sembra ignorare le reali necessità di chi dovrebbe essere la prima linea del contatto con il cittadino.
Si chiede quindi al Comune di Milano e all’amministrazione della Città Metropolitana un cambio di rotta deciso. È essenziale che ogni livello della nostra amministrazione, sia comunale che metropolitana, sia non solo funzionale ma anche rispettato e valorizzato. Dobbiamo garantire che ogni quartiere di Milano e ogni cittadino della metropoli siano realmente al centro delle politiche comunali e metropolitane e non solo pedine in un gioco di potere centralizzato che sembra dimenticarsi delle periferie e delle loro specifiche necessità. È tempo di rinnovato impegno e di un serio ripensamento delle nostre strutture amministrative, per garantire che Milano e la sua metropoli non siano solo una metropoli nel nome, ma anche nei fatti.