Discorsi e dichiarazioni

Dichiarazione di Carmelo Ferraro e dell’Associazione Mi’mpegno di cordoglio per l’incendio a Milano

A nome mio personale e di Mi’mpegno, esprimiamo profondo cordoglio e vicinanza alle famiglie delle giovani vittime e all’intera comunità cinese di Milano, alla quale siamo legati da grande amicizia. Il dolore per la perdita di tre vite così giovani è incommensurabile, e ci stringiamo alle famiglie in questo momento di indicibile sofferenza.

Siamo profondamente scossi da quanto avvenuto in via Ermenegildo Cantoni, dove un incendio devastante ha strappato la vita a tre giovani, privandoli del loro futuro e dei sogni che avrebbero potuto realizzare. Non ci sono parole adeguate per esprimere il dolore di fronte a una simile tragedia.

Ci auguriamo con tutto il cuore che le autorità preposte possano fare rapidamente chiarezza su quanto accaduto e, qualora emergessero responsabilità, che i colpevoli vengano identificati e chiamati a rispondere delle loro azioni. È imperativo che tragedie come questa non si ripetano e che si faccia tutto il possibile per garantire condizioni di sicurezza adeguate negli ambienti di lavoro e di vita.

In questo momento di lutto, la nostra comunità si unisce alla comunità cinese con rispetto e solidarietà, perché il dolore di queste famiglie è il dolore di tutti noi. La vita di questi giovani non deve essere dimenticata, e le istituzioni devono lavorare per prevenire ulteriori tragedie simili.

Carmelo Ferraro
Associazione Mi’mpegno

“Con il personale Giustizia, con i lavoratori, da Dirigente ai Direttori.

Roma, 11 settembre 2024

Il sistema Giustizia è un mondo complesso che ha bisogno di competenze e risorse, mi riferisco soprattutto alle risorse umane che ogni giorno cercano di rendere fluido un sofisticato meccanismo che normalmente non si vede (tranne quando qualcosa non va). Questo non vuol dire che non ci sia o che non serva. L’efficientamento della giustizia non può passare dal ridimensionamento di coloro che garantiscono la funzionalità del sistema. Lavorare nelle istituzioni è molto più complesso di ciò che si vorrebbe far percepire. In “piazza”con il personale amministrativo e in particolare i Direttori di Giustizia. Sul tavolo rimangono lì sempre i diritti dei cittadini.”

“Vale ancora la pena? Si può sempre tornare alla vita””

MIiano, 14 giugno 2024

Qualche mese fa il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricevendo la Polizia Penitenziaria, ha dichiarato: “Sui suicidi in carcere servono interventi urgenti”.

La maggioranza dei detenuti vive, per oltre 20 ore al giorno, in celle sovraffollate, dalle quali si esce solo nelle cosiddette “ore d’aria”. 

Questa situazione rappresenta una violazione dei principi e delle garanzie riconosciute dalla nostra Carta costituzionale e dall’Ordinamento penitenziario.

I suicidi sono il prodotto della lontananza della politica e della società civile dal carcere.

E leggendo dei numeri di questo fenomeno non posso che provare una grande sensazione di inadeguatezza e di impotenza, pensando che il tempo in carcere si è fermato.

Si è fermato per chi entra e si è fermato per chi cerca di cambiare un sistema che è rimasto ancorato al passato.

Non c’è più tempo; oggi, non si può morire di carcere.

È necessario riempire di significato il tempo della detenzione, offrendo più attività culturali, lavorative, sportive e dare tutte quelle possibilità di maggiore apertura ai rapporti con l’esterno, che contribuiscono ad alleviare solitudine, depressione e senso di abbandono.

È necessario potenziare le relazioni con i familiari e con tutte quelle figure che possono aiutare i detenuti a ricucire quello strappo che si è creato con la società. 

È necessario puntare alla formazione e sensibilizzazione del personale penitenziario, per creare reti di sostegno e di ascolto e attivare percorsi di reinserimento sociale per i detenuti, evitando di rendere il carcere un luogo di mero contenimento e stigmatizzazione.

Torniamo quindi alla domanda iniziale: vale ancora la pena? Sempre, se sapremo accompagnare e sostenere il cammino di chi è dentro le mura verso il reinserimento, valorizzando le energie e le capacità positive, la voglia di studiare, lavorare e ricostruire la propria identità. Verso un percorso di riscatto.

“Il più sicuro ma più difficil mezzo di prevenire i delitti si è di perfezionare l’educazione”. (Cesare Beccaria, Dei delitti e delle pene)

“Sicurezza a Milano”
Milano, 15 aprile 2024

Come riportato nel recente articolo del Corriere della Sera, nonostante i dati del Viminale indichino un calo dei delitti del 6,7% a Milano nel primo trimestre dell’anno, la situazione di sicurezza nella città resta complessa. Il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha evidenziato durante un incontro con il prefetto Claudio Sgaraglia e il questore Giuseppe Petronzi, che, nonostante la diminuzione dei reati, la percezione di insicurezza è ancora palpabile e richiede un intervento adeguato.

Questa dualità tra la riduzione statistica dei crimini e il persistente senso di insicurezza è un chiaro segnale che abbiamo bisogno di un approccio più olistico alla sicurezza urbana. Questo non riguarda solo il rafforzamento delle misure di sicurezza, ma anche lo sviluppo di politiche sociali ed educative che promuovano una comunità più coesa e resiliente.

Nel convegno coordinato da me per Piattaforma Milano, è emerso un quadro di gravissimo disagio, che conferma la necessità di un impegno congiunto e di una strategia integrata. È fondamentale che il Comune di Milano prenda un ruolo più attivo in questa direzione, lavorando insieme a tutte le parti interessate per garantire non solo la sicurezza, ma anche il benessere e l’inclusione di tutti i cittadini. Questo richiede una collaborazione stretta tra le istituzioni, le forze dell’ordine e la società civile per affrontare le sfide presenti e future in modo efficace.

“Carmelo Ferraro si congratula con Marina Brambilla, prima rettrice nella storia centenaria dell’Università Statale.”
Milano, 15 aprile 2024
“In qualità di osservatore attento e partecipe delle dinamiche accademiche e culturali, desidero esprimere le mie più calorose congratulazioni alla Professoressa Marina Brambilla per la sua recente elezione a Rettrice dell’Università degli Studi di Milano. È con entusiasmo che accolgo la notizia della sua elezione, non solo per il significato intrinseco di tale traguardo ma anche per ciò che rappresenta in termini di parità di genere e di leadership equilibrata e simbolica.
Il suo programma ambizioso, volto a rafforzare i legami con il territorio e le istituzioni sanitarie, a promuovere la ricerca scientifica e a migliorare l’offerta formativa e il benessere degli studenti, è di ispirazione. Inoltre, il suo impegno a mantenere un dialogo aperto e rispettoso, anche in contesti di tensione come quelli attuali, riafferma l’importanza di università come luoghi di dibattito costruttivo e di crescita culturale.
Sono certo che sotto la sua guida, la Statale di Milano non solo continuerà a essere un punto di riferimento accademico a livello nazionale e internazionale, ma anche un esempio luminoso di come l’educazione possa essere un motore di inclusione e di progresso sociale.
Le auguro il massimo successo nel suo mandato, nella certezza che sarà ricco di realizzazioni importanti e di nuove opportunità per tutta la comunità universitaria”.
Carmelo Ferraro

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